Sono distesa, ora, sul letto, pronta ad eccitarmi al ticchettio della mia stessa tastiera. I capezzoli sono già turgidi, le labbra carnose si sono gonfiate di piacere e, socchiuse, sognano una lingua umida e potente. Quali labbra? Tutte quelle possibili. Guardo il mio corpo come fosse la prima volta, come se non fosse il mio: il seno che prorompe bianco e gonfio, le aureole definite color nocciola, i capezzoli che sporgono appena, pronti ad essere spremuti tra dita avide e violente. Il ventre piatto sussulta ad ogni mio gemito, soffocato per non farsi sentire. Dietro la mia porta c’è qualcuno. I piedi si attorcigliano tra di loro perché non resistono al piacere, la mano con cui non scrivo scivola giù sulle labbra e lì, di scatto, si insinua fino ad entrare tutta. La chiudo in un pugno. Sono talmente bagnata che entra tutto. Mentre due dita rimangono dentro, con il pollice accarezzo il clitoride ormai eretto, prima con calma, poi velocemente: ansimo, oltre la porta mi hanno sentita. Le dita sul clitoride, le dita in vagina, inarcate verso l’alto, veloce veloce veloce, tolgo subito le dita bagnate, bagno i capezzoli, li pizzico, torno dentro la vagina, repentina, violentissima. La mia mano non mi basta, voglio di più, un uomo intero. Prendo il dildo sul comodino, lo infilo tutto, voglio di più, ancora di più, ancora, ancora… sto venendo. Spruzzi d’acqua stillano velocissimi, goccia dopo goccia inondando il mio pube, sono venuta! Le mie labbra ondeggiano, mi trema la gamba destra. Fra poco ricomincio.